SORDITÀ DEL BAMBINO



La diagnosi di sordità infantile è un processo di sintesi clinico strumentale che non si basa solo sullo studio dei potenziali evocati (ABR) poiché i loro limiti possono portare a gravi errori terapeutici come, ad esempio, l'applicazione di un impianto cocleare nelle sordità con le frequenze medio-gravi conservate; è invece indispensabile una valutazione globale delle abilità comunicative del piccolo paziente con test idonei, evitando le spesso inutili ospedalizzazioni.
Nel trattamento della sordità infantile più figure concorrono alla diagnosi, alla cura e alla riabilitazione del bambino sordo, ma le loro singole attività sono coordinate in modo unitario, non delegando a nessun altro ente o professionista estranei al reparto aspetti particolari come la protesizzazione acustica, la chirurgia, la riabilitazione, il coordinamento dell'attività scolastica, il supporto psico-pedagogico ai genitori; in altre parole è necessario assumersi la responsabilità completa dei risultati del trattamento, e non solo ad esempio della chirurgia, di ciascun paziente, con programmi personalizzati ed aggiornati semestralmente.
Gli strumenti di valutazione e di programmazione sono il Test Abilità Uditive Varese (T.A.U.V.) ed il Test Intelligibilità Espressive Varese (T.I.E.V.) (vedi S.Burdo: La sordità infantile, Masson editore), mentre uno dei mezzi più utili per il trattamento riabilitativo domestico è il sistema di videoconferenza grazie al quale le famiglie possono interagire con il centro di riabilitazione nella situazione di comunicazione più naturale e cioè quella domestica.